Ci prepariamo alla fase determinante dell’annata olivicola 2021. Dopo una fase vegeto-produttiva che, anche quest’anno, non ci ha risparmiato momenti di ansia, a causa del freddo di fine marzo che ha rischiato di pregiudicare l’intera produzione, ora si passa alla fase successiva.
In questi giorni terminerà la fase di ingrossamento delle drupe e di indurimento del nocciolo per lasciare il posto, ad agosto, alla produzione delle gocce d’olio all’interno della polpa, che alla fine costituiranno il tenore in olio dell’oliva.
E’ la cosiddetta fase di “inolizione”, cioè la produzione della componente lipidica nelle olive, che risulterà ricca in acido oleico e linoleico, importanti sia per aumentare la resa in olio al frantoio sia per la qualità dell’olio stesso.
Come bisogna intervenire? Quali elementi e quali sostanze apportare alla pianta?
Azoto e potassio favoriscono anche la produzione di polifenoli e tocoferoli totali, che agiscono sulla qualità dell’olio, rallentandone i fenomeni di ossidazione e irrancidimento.
Grande importanza riveste anche lo zolfo, sia per una benefica azione sullo stato vegetativo delle olive e di tutta la chioma, sia perché questo elemento è molto importante per la sintesi degli acidi grassi.
Per fare la differenza, infine, sarebbe opportuno applicare sostanze ad azione biostimolante, capaci di accelerare ed aumentare il processo di produzione di olio e, contemporaneamente, aumentarne la qualità organolettica finale.
Tutto ciò è racchiuso nella metodologia di ILSA per l’aumento della resa in olio delle olive. Strategia ormai consolidata negli ultimi anni e che ha dato sempre ragione agli olivicoltori che l’hanno adottata. Tale strategia prevede applicazioni fogliari combinate, a partire da agosto e ogni 2 settimane, con
ILsa drip + Calitech e Phylgreen kuma