Pubblicato il:

L’olio di oliva è – dopo il vino – il prodotto agroalimentare più controllato in Italia. Lo rileva l’Ispettorato Centrale della Tutela della qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) che ha diffuso i risultati dell’attività dello scorso anno: numeri rilevanti in fatto di controlli, sequestri e sanzioni, a dimostrazione di come quello dell’olio di oliva sia uno dei comparti più soggetti alle più svariate truffe.

Un’attività importante e necessaria, a tutela dei tantissimi operatori corretti che vengono penalizzati non solo da una concorrenza sleale, ma dal danno d’immagine che certi episodi generano per l’intero settore. Perché, come si dice in gergo, fa più rumore un albero che cade, piuttosto che una foresta che cresce.

Ma andiamo ai numeri. I controlli nel settore degli oli sono stati complessivamente oltre 8.400. Hanno interessato 4.741 operatori, di cui il 15,5% è risultato irregolare. Relativamente ai prodotti sottoposti a controllo (8.111), irregolari ne è risultato il 12,3%. Le analisi sono state oltre 50 mila, con esiti irregolari nel 14,4% dei casi.

Le verifiche non hanno riguardato solo le attività commerciali, gli oleifici o i depositi presenti in Italia, ma anche le promozioni sul web all’estero dove – ed è praticamente un record – gli interventi della Repressione Frodi hanno visto tre tipologie di olio ai primi quattro posti tra tutti i prodotti agroalimentari italiani: nell’ordine l’Olio di Puglia con 121 interventi, l’Evo Toscano con 63 e l’Olio di Calabria con 33 (al terzo posto c’è il Prosecco con 41).

Il tutto ha prodotto 15 notizie di reato, 885 contestazioni amministrative, 830 diffide, 29 sequestri per 410 mila chili di olio pari ad un valore commerciale di quasi 2 milioni di euro. Tra gli interventi più significativi, viene ricordata l’operazione congiunta ICQRF – Guardia di Finanza in Puglia che ha portato al sequestro di 220 mila chili di extravergine per un controvalore di 1,3 milioni di euro a causa di consistenti carenze nella tracciabilità e sensibili discrepanze dei valori tra le giacenze contabili, desunte dai rispettivi registri telematici e quelle fisiche rilevate nei magazzini.

Ma quali sono i principali illeciti accertati: svetta l’olio extravergine di oliva risultato di categoria inferiore all’analisi chimica e/o organolettica. Poi le violazioni delle norme di etichettatura e presentazione degli oli per omissioni di indicazioni obbligatorie.

Quindi l’irregolare utilizzo di indicazioni facoltative. Vi sono anche la mancata o irregolare tenuta dei registri telematici degli oli di oliva e la mancata o irregolare indicazione dell’origine geografica in olio extra vergine di oliva.

Registrate anche l’usurpazione, l’imitazione o l’evocazione di oli extravergine di oliva ad indicazione geografica, la sofisticazione di olio extravergine di oliva ottenuto miscelando olio di semi ed infine l’adozione di pratiche commerciali sleali (mancato rispetto dei termini di pagamento da parte dell’acquirente o la mancata stipula dei contratti di cessione).

CQRF Repressione Frodi